Andrea Manzella ci ha spiegato la pericolosità del progetto politico, quasi eversivo, che stà dietro a questa riforma per esempio in virtù del fatto che alcune misure, in particolare relative ai poteri del primo ministro entrerebbero in vigore subito dopo nuove eventuali elezioni (se si perdesse il referendum e venissero sciolte le camere). Per Manzella questo referendum rappresenta quindi una « rivincita della Repubblica » che sconfiggerebbe « la riproposizione di tesi negazioniste e revisioniste ».
Inoltre, nel sollevare sia questioni di merito (la necessità di garanzie) che di metodo (una riorma molto ampia che riguarda tutto l’articolato), Manzella ci ha svelato alcuni punti insidiosi della riforma come ad esempio il senso dell’introduzione di parole come « esclusività » nel rapporto tra Stato e Regioni, che impedirebbero il funzionamento della sussidiarietà e farebbero venir meno il principio di coesione.
Secondo Raniero La Valle invece questa proposta di riforma è stata costruita nell’unica presunzione che la sinistra non possa mai governare, visto che non prevede nessuna garanzia per le opposizioni.
Inoltre, parlando della confusione creata dall’uso del termine ‘devolution’ ha usato il paradosso che si tratti proprio di una ‘devoluzione’ ma nel senso di un trasferimento di potere ad una sola persona per cui questa riforma porterebbe ad « un sistema che non ha paragoni, un potere monocratico di tipo elettivo in cui il Parlamento è semplicemente una sorta di salotto di Arcore ».
La Valle ha poi sviluppato una sua analisi storica attraverso la quale ci ha spiegato che questa riforma mette in discussione tutte le risposte che la Costituzione italiana ha saputo dare al termine dei tre grandi cicli storici che si sono esauriti nel ‘900 - Il ciclo della guerra (intesa come ingrediente irrinunciabile, la guerra principio di tutte le cose, la guerra teorizzata come modello della politica e come dialettica tra amico e nemico) ; -Il ciclo della sovranità (l’imperatore non riconosce nessun potere al di sopra di se) ; -Il ciclo dell’idea di disegualianza (secondo la natura stessa degli esseri umani, liberi/schiavi, bianchi/neri etc).